Creativi

Ammetto di non poter leggere "problem solving", mi viene l'orticaria! "Mi piace lavorare a 360 gradi"... Ma poi, cosa vuol dire?!

Qual è il tuo lavoro?

Mi occupo di web e sviluppo progetti, dal 2009 sono co-fondatore insieme a Madeleine Frochaux dello studio di comunicazione Imperfect a Torino.

Soft skills... cioè?

Ammetto di non poter leggere "problem solving", mi viene l'orticaria! Onestamente siamo un po' allergici a questi stampini: "Mi piace lavorare in team, a 360 gradi..." Quando si parla di soft skills, ci sono cose che ci lasciano un po' perplessi. Ad esempio: tutti lavorano bene in team, ma poi vengono in studio e si mettono le cuffie. Oppure tutti lavorano "a 360 gradi"... Ma poi, cosa vuol dire?!

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Come affronto un colloquio?

Al colloquio sicuramente bisogna essere onesti: sia su cosa sai fare, sia su quello che vorresti fare. Non ci si aspetta che ti debba piacere tutto e fingere è inutile perché verrà fuori. Certo si può imparare qualsiasi cosa nella vita, ma ognuno ha le proprie predisposizioni ed è meglio assecondarle o sarà tutto molto faticoso! Poi è molto importante la puntualità, perché sia il ritardo che l'anticipo possono essere elementi che scombinano la pianificazione di un flusso di lavoro. Vedere una persona organizzata e ordinata aiuta a immaginare come si inserirebbe all'interno di un team.

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Voglio mettermi in proprio: da dove inizio?

Se vuoi metterti in proprio, devi sapere che dovrai lavorare sodo e studiare le dinamiche per sapere a cosa stai andando incontro. Ad esempio un libero professionista che ha appena aperto partita IVA dovrà sapere come funziona il compenso e capire come fissare i prezzi. Può essere utile seguire dei corsi (ce ne sono diversi anche offerti dalla Regione) per capire cosa vuol dire aprire una partita IVA, quali sono i costi, le spese. A chi vuole aprire un proprio studio dico sempre che a volte, per cominciare, basta anche solo un buon cliente! Poi da cosa nasce cosa e col tempo ci si riesce a strutturare meglio. Insomma, partire per gradi, consapevoli che ci sono cose da tenere d'occhio.

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Lavorare da casa è una buona idea?

Io ho cominciato a lavorare da casa e trovo che uno degli aspetti più difficili sia l'alienazione. Magari hai tanto da lavorare e si finisce per non uscire di casa per giorni! È importante darsi delle regole. Io, ad esempio, per prima cosa mi vestivo come se dovessi andare in ufficio (l'imbruttimento personale è pericolosissimo!). Poi per me, a un certo punto, è diventato faticoso gestire le riunioni: dovevo sempre andare dal cliente, non potevo chiamare nessuno da me, ero sempre in giro e molte riunioni le ho fatte al bar – offrendo io. Poter accogliere il cliente in un proprio studio è importante, perché quando esce dalla sua comfort zone ti dedica un'attenzione diversa. Inoltre l'ufficio è un luogo che ti rappresenta! Quindi avere un ufficio penso sia importante, ma per iniziare non c'è nulla di male a lavorare da casa risparmiando un po'.

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Come parlo di soldi con il cliente?

In generale non bisogna vergognarsi a parlare di soldi: se una persona viene a chiedermi di fare un lavoro, è normale che avrà un costo. Poi ci sono varie strategie, anche in base al tipo di cliente. Sicuramente bisogna trovare il modo giusto per parlarne, spesso si parte da un preventivo e poi si va a lavorare su quello. Una modalità che cerco sempre di promuovere è di parlare chiaramente e senza paura di budget. Che significa: se mi parli in trasparenza del budget che hai a disposizione per il progetto, sarò più libero di offrirti un numero anche maggiore di soluzioni, adattando le richieste al budget. Bisognerebbe far capire al cliente che voglio dargli il miglior prodotto di comunicazione possibile e il mio obiettivo è di riuscire a farlo coprendo, con il suo budget, il panorama più ampio possibile degli strumenti di cui ha bisogno. Qualcuno lo capisce e non ha paura di dire: "Posso investire tot", qualcun altro invece ti rigira subito la frase e ti chiede di fargli un preventivo... Dipende tanto da chi hai di fronte.

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Come guadagno la fiducia del cliente?

Generalmente il cliente è contento, e quindi poi si fida di te, nel momento in cui gli altri gli dicono che ha un bel lavoro. Ci è capitato in più occasioni: il cliente viene, ci chiede un lavoro, noi proponiamo una soluzione e magari ci rendiamo conto che lui non è pienamente convinto (o non sa capire se il risultato lo soddisfa)... Poi torna dicendoci che l'hanno riempito di complimenti, e allora è contentissimo.

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Come faccio a fare networking?

Una cosa che può funzionare per il networking è prenderti dei momenti per fare cose che ti piacciono e sviluppare progetti che ti appassionano. Quando lavori a un progetto personale, lo fai per te e quindi come piace a te. Perciò se "acchiappi" qualcuno, lo stai acchiappando per come sei tu. Questo è un ottimo modo di fare networking! Senza contare che dedicare del tempo ai progetti personali ti fa sentire stimolato e ti permette di provare cose nuove.

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Come si trovano i clienti?

Noi siamo stati baciati dalla fortuna, negli anni abbiamo vissuto quasi sempre di passaparola – un cliente che ha parlato di noi a un altro cliente. Ci è capitato anche di ricevere diverse chiamate dal nulla, magari partite da un articolo del nostro blog o dopo aver invitato qualcuno a partecipare a un nostro evento o progetto personale. I clienti più grandi sono poi arrivati con il tempo, sia dal passaparola che da lavori in team più ampi.

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Come dovrei presentare il mio lavoro?

Il modo migliore per raccontarsi è fare una bella selezione dei propri lavori – meglio pochi, ma buoni – e poi presentarli con entusiasmo.

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Come dovrei promuovermi sui social media?

Quando ci arriva un curriculum mi capita spesso di andare a cercare un profilo social della persona. Spesso c'è una discrepanza enorme, mentre preferirei vedere un'unica versione di te. Diciamo che l'ubriacatura molesta forse è sempre meglio tenerla per pochi intimi, perché se ti vedo in una foto in giacca e cravatta sul curriculum e poi distrutto sulla tua pagina Facebook... Non aiuta. Dato che lavoriamo molto anche per immagini, è importante stare attenti a tutti i lati che proponiamo al pubblico. I social sono uno strumento potentissimo per promuovere quello che fai, quindi usali se hai dei progetti personali, per quanto piccoli. Puoi farli vedere a una cerchia enorme di persone, però dall'altro lato, proprio per questo motivo, stai attento a selezionare bene quello che vuoi mostrare.

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Come sentirmi soddisfatto dei miei risultati?

A un certo punto bisogna imparare a dire STOP: c'è il momento in cui il lavoro fatto va bene. Un progetto potrebbe essere approfondito e modificato all'infinito – anche solo la tua sensibilità legata a un'immagine, magari oggi è diversa da quella che potrai avere tra un mese – perciò bisogna imparare a dire: "Questo va bene, lo proponiamo e lo consegniamo". Senza correre il rischio di entrare nel perfezionismo, perché comunque il perfezionismo è un problema.

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Come risollevarsi da un fallimento?

Spesso trovo che un fallimento lavorativo sia qualcosa legato al rapporto umano con il cliente, che può essere una persona totalmente diversa da te. Nell'instaurare un rapporto con il cliente, una delle cose più difficili è arrivare a un equilibrio, a un rapporto di fiducia. Può esserci un fallimento laddove il rapporto con il cliente, per qualche ragione, si deteriora e tu magari, pur avendo fatto un buon lavoro, quel cliente non l'avrai più. Perché magari da entrambe le parti non c'è più il desiderio di lavorare insieme (le ragioni possono essere mille: il taglio del budget, lo stress). Ma questo non per forza dev'essere preso come un fallimento, a volte è semplicemente un turn-over: puoi essere "l'agenzia prima" o "l'agenzia dopo"... I clienti a volte hanno semplicemente voglia di cambiare, anche se si sono trovati bene.

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Come sopravvivere a una deadline?

La deadline dev'essere – se si può – sempre condivisa con il cliente: spesso diventa un problema quando è un diktat. Bisogna chiedere al cliente qual è la sua deadline e poi capire se ci si sta dentro... E non vergognarsi, eventualmente, di dire che non ce la si fa! Parlando sinceramente con il cliente, può anche capitare che si decida insieme di spostarla a una data che vada bene a entrambi. Per sopravvivere all'ansia bisogna lavorare sodo e pensare che ce l'hai sempre fatta, quindi ce la farai anche questa volta.

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Un consiglio per i giovani designer?

Dormite adesso finché potete!

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