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Come dovrei presentare il mio lavoro?

OK, devo aggiornare il portfolio.

27 risposte

Curare il proprio portfolio è fondamentale. Meglio un portfolio sintetico, conciso e verticalizzato su quello che vuoi e sai fare. Al tempo, nessuno dei miei docenti mi aveva consigliato di concentrarmi su un aspetto piuttosto che un altro e quindi ho fatto un pot-pourri, per poi capire che dovevo asciugare. È stato penalizzante perché i clienti erano confusi. Fare un portfolio "misto" è un po' come quei posti che sono pizzeria, rosticceria e croissanteria insieme... Non ci andresti mai, no? Se invece trovi un posto che fa solo pizza napoletana e cucina di mare, ad esempio, sei più portato a sceglierlo perché ipotizzi che quelle due cose le sappia fare bene.

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L’importante è avere un sito web altrimenti è come se, lavorativamente parlando, non esistessi. Perché anche chi ti trova sui social, è molto probabile che andrà comunque a vedere il tuo sito. È fondamentale curare un portfolio che rappresenti di cosa vuoi occuparti, quindi scegliendo lavori coerenti con quello che vorresti fare in futuro. Quindi se a un certo punto, per esempio, vuoi cambiare stile o direzione, è utile rivederlo anche in maniera sostanziale, mantenendo pochissimo del vecchio. Non farlo troppo lungo, non serve, bastano sei/otto progetti che mostrino più sfaccettature del tuo lavoro per attrarre opportunità diverse. Per esempio noi ci occupiamo di motion, set-design, art direction per siti web, video automatizzati: tutto questo deve trasparire dal portfolio per far capire la varietà di ciò che offriamo. Buona parte delle persone che metteranno like al tuo portfolio saranno designer, per cui è giusto curare anche l'estetica della presentazione. Poi ci sono progetti con meno like che portano però molti clienti... Sono target diversi e quindi è normale che alcune cose funzionino di più con uno e meno con l'altro, per questo è utile mantenere una buona via di mezzo.

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Il sito web è fondamentale ma lo è altrettanto un portfolio in formato digitale da poter inviare o una presentazione da portarsi dietro quando si va dai clienti. Ciò che è importante è mostrare il processo e dire quali attività sono state svolte. Nel caso specifico di uno UX-UI designer, è importante dire se sono stati coinvolti stakeholder e in che modo (test, interviste), quali sono stati i punti di attenzione dell'esperienza utente, se abbiamo costruito una user journey o definito delle personas. Tutto ciò che rappresenta il nostro processo di progettazione è fondamentale e spesso conta di più che mostrare il risultato finale. Il sito carino lo sanno fare in tanti, poi però dipende da quello che c'è dietro.

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Sicuramente il portfolio è importantissimo... Purtroppo ci si lavora sempre poco perché, come si dice, "il figlio del calzolaio ha le scarpe bucate". Bisognerebbe darsi una regola zen per cui non si finisce la settimana senza aver lavorato almeno un po' al proprio portfolio. Già mentre realizzo il lavoro, dovrei sempre pensare un po' a come raccontarlo sul sito e sui vari canali.

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Nel mio caso, vendendo servizi, il sito è essenziale come piattaforma di vendita. Se sei un freelance che sviluppa siti web o sei un grafico, forse il sito di per sé non è così importante: devi averlo, ma ormai tutto gira sui social. Penso invece che sia molto meglio avere un blog o una buona newsletter che consentano di trasformare i lettori in clienti. Sconsiglierei il famoso "sito vetrina" usato giusto per ricevere contatti, mentre consiglierei una buona landing page o un portfolio su Behance con una selezione dei lavori migliori.

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Quando sei davanti a qualcuno per un colloquio, l'importante è raccontare una storia sensata e far capire dove hai portato valore. Il portfolio è importante ma, finalizzato a fare uno showreel di quante cose hai fatto, risulta noioso. Bisogna saper progettare il proprio portfolio: non serve mostrare tutto quello che hai fatto ma quello che pensi che possa essere significativo per raccontarti alla persona che hai davanti. Quindi: cosa hai fatto in questo progetto e perché l'hai fatto, in che momento della tua carriera e con chi, cos'è che ti ha insegnato, cos'hai portato al cliente e dove stava il tuo valore, quanto valeva economicamente e quanto tempo hai avuto per realizzarlo. Mi è capitato di avere davanti persone che non sapevano valutare il progetto a cui avevano lavorato... In questo modo non si dà una buona impressione.

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Oggi i canali social media sono un ottimo amplificatore del personal brand ma quello che suggerisco è sempre di avere anche una "casa digitale". Un blog o un sito web dove possiamo dettare le nostre regole e soprattutto indicizzare quello che vogliamo senza essere vincolati a network esterni.

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Per presentare al meglio il proprio lavoro è importante curare tutti i canali, non bastano solo i social ma è importante avere il sito web. Noi abbiamo poche visite sul sito ma credo che comunque contribuisca a dare credibilità e una professionalità più alta, è il luogo in cui ad esempio approfondiamo i casi studio. Il sito è proprio casa tua, tutto il resto è una vetrina – Instagram per il nostro tipo di contenuto è molto funzionale, Facebook decisamente meno, è utile giusto per qualche news e curiosità.

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Bisognerebbe presentare il proprio lavoro in modo sincero, mostrando anche difficoltà e fallimenti. In un mondo di successi irreali, aiuta a differenziarsi.

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Penso che avere un sito o blog personale (su cui magari c'è anche il portfolio) sia fondamentale. Perché, a differenza dei social, un sito è di nostra proprietà e diventa la nostra "casa" sul web, il centro della nostra strategia di personal branding. Per comunicare il proprio lavoro credo che i social debbano essere uno strumento e non il punto di arrivo.

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Credo che per presentare il proprio lavoro non sia necessario avere un sito web, soprattutto oggi che esistono molti portali online (per esempio Behance e Dribbble) che permettono di creare un portfolio in modo veloce ed efficace. La differenza la fa come racconto un progetto, non tanto il canale che uso per farlo.

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Avere un portfolio è fondamentale ma, altrettanto fondamentale per dimostrarsi professionali, è non ingigantirlo. Se un cliente si accorge che hai gonfiato il tuo portfolio o l'hai proprio inventato di sana pianta, sono guai. Inoltre credo che per dimostrarsi attivi sia imprescindibile, oggi, avere qualche canale social: chiunque si aspetta che tu ce l'abbia. Però, dal momento in cui ce l'hai, bisogna assolutamente curarlo. Se non sei disposto a starci dietro, non aprirlo: non c'è niente di peggio che guardare la pagina Facebook di un'azienda (o un professionista) e notare che l'ultimo post risale a 6 mesi prima. In ambito creativo, ritengo che sia un grande indice di professionalità avere un sito ma anche qui la regola è ferrea: se apri un tuo spazio web, devi progettarlo bene e dev'essere accattivante. Non comprare un dominio per poi lasciare la pagina "Stiamo lavorando per voi"!

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Un sito web aggiornato è un grande lusso... Noi siamo piuttosto pigri in questo e, lo so, non va bene! Siamo più bravi ad aggiornare i progetti su Behance. Penso però che avere un portfolio sia più rilevante all'inizio della propria carriera, dopo i clienti tendono ad arrivare per passaparola o perché si sono trovati bene e ritornano.

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Presentare il tuo lavoro è molto importante, perché la tua credibilità dipende dalle cose che hai fatto e dai clienti per i quali hai lavorato. Non puoi fare "le pagine gialle", nel portfolio devi mettere i lavori più significativi e più interessanti. Consiglio un portfolio che sia un po' elastico, perché se vado in un'azienda che fabbrica bulloni racconterò delle cose, se invece mi presento a un'azienda che fa fashion ne racconterò delle altre. Il portfolio deve trasformarsi a seconda degli interlocutori che incontri.

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Per presentarsi penso che il portfolio sia fondamentale – e il progetto del portfolio quasi di più dei progetti che contiene. È molto importante avere un bel sito, mentre credo che i social siano un po' una trappola. Non sono molto convinto che promuovendosi sui social si attirino clienti o commesse, per il semplice motivo che sui social parlo sostanzialmente con i miei amici. Servono a poco, se non ad alimentare un senso di frustrazione o gratificazione momentanea in base a quanti like ho ricevuto. È un circolo vizioso che bisognerebbe spezzare o quantomeno cercare di prendere per quello che è: sì, può capitare che i social siano uno strumento di promozione, ma in maniera piuttosto casuale e sporadica.

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Le professioni creative devono avere molta cura nel dimostrare che cosa sanno fare. Magari attraverso piccoli video di racconto, riprese di alcuni lavori fatti, grazie a testimonianze o attraverso delle foto. Bisogna rendere vivi i propri lavori, altrimenti diventa difficile per le persone capire che cosa fai. Vale l'espressione degli sceneggiatori americani: "Show, don't tell". È più importante quello che mi fai vedere di quello che mi racconti.

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Il portfolio è importantissimo, da allegare al curriculum. Per poterlo preparare bisogna sempre tenere traccia dei propri lavori – che non è una cosa facile. Per me, ad esempio, vuol dire attuare delle strategie durante gli eventi per monitorare i numeri e avere poi dei dati da poter presentare: serve per una questione di verifica dell'evento in sé, ma anche per il portfolio. Il sito bisogna averlo e va trattato come una "vetrina". Attenzione a non metterci troppe informazioni e a inserire, in ogni pagina, una call to action: metti sempre qualcosa (un numero di telefono, l'e-mail) che possa portarti un contatto. Utilizza il web con regolarità, per farti conoscere professionalmente. In generale consiglio di separare la pagina social della propria attività da quella personale. I social network sono gli strumenti principali per farsi conoscere e bisogna saperli utilizzare bene, perché usarli "a sentimento" è una scelta poco efficace. Magari hai tantissimi like e followers, ma questi non ti comprano niente: la notorietà, nell'ambito della libera professione, se non ti porta soldi non è sufficiente. La difficoltà del marketing è trasformare un tuo contatto in un tuo fruitore. Il web può aiutare tanto in questo, ma bisogna avere delle competenze: consultare gli Analytics, capire quali sono le parole chiave e i temi del momento... E poi fondare la comunicazione sulla fotografia (non sottovalutare mai una buona macchina fotografica o un professionista che ti faccia foto) e sui video (brevi, di un minuto, non per forza professionali).

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Per un giovane creativo il portfolio è fondamentale, è il biglietto da visita. All'inizio non hai un vero e proprio lavoro, il tuo lavoro è rendere tangibile e visivo quello che sai fare. Se sei un creativo esprimiti come tale, sfruttando tutti i mezzi a tua disposizione: biglietto da visita, curriculum, sito internet e tutti gli strumenti che possono essere in linea con quello che sei.

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Consiglio di non fare un portfolio troppo lungo né con troppo testo. Una soluzione può essere come avevamo fatto noi, che all'inizio ne avevamo preparati due, uno più breve, una sorta di teaser da inviare via e-mail, e l'altro cartaceo che portavamo ai colloqui. Quindi uno più visivo, grafico, con due parole chiave; l'altro più approfondito.

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Il modo migliore per raccontarsi è fare una bella selezione dei propri lavori – meglio pochi, ma buoni – e poi presentarli con entusiasmo.

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Il miglior modo per presentare il proprio lavoro è realizzare un portfolio chiaro e che sia di facile lettura, perché chi lo guarderà avrà poco tempo per farlo. Meglio un portfolio con meno lavori ma di cui sei sicuro, piuttosto che mostrare di aver fatto cento cose, mettendo dentro di tutto un po'.

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Non mettete nel portfolio elementi sparsi (un disegno, un logo, una maglietta...): meglio organizzare i lavori che vi interessano di più seguendo una logica e andando per capitoli. Chi guarda da fuori non ne sa niente: un portfolio chiaro e ordinato è come aprire un cassetto per volta, un portfolio confusionario è come entrare in una stanza e non sapere dove posare gli occhi.

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La presentazione è tutto. Il portfolio dev'essere perfetto, maniacale, così come il sito web. I social vanno gestiti con molta attenzione... Non so se io, per primo, ne sia capace, però posso dire questo: se usi i social per promuovere il tuo lavoro, promuovi il tuo lavoro. Non promuovere su Instagram, insieme ai tuoi lavori, anche il piatto di pasta al ristorante o la gita con gli amici. Perché l'occhio vuole la sua parte ed è importante sapersi presentare sempre al meglio e con autocritica (ad esempio il mio sito web sarebbe già da rifare... Ho poco tempo per farlo però è in programma). Il portfolio va continuamente aggiornato, in inglese e in italiano, evitando errori di ortografia. È quello che fa la differenza e ti fa conquistare un nuovo cliente o vincere un posto di lavoro.

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Il modo interessante di presentare un lavoro è valorizzando il tuo punto di vista e le skills che reputi rilevanti, perché in base a quelle la gente ti chiamerà di nuovo. Se lavori a un progetto in cui hai curato anche solo un aspetto ma reputi di averlo fatto da paura, per quanto possa sembrarti nerd e ossessivo è quello il tuo vero valore, quindi raccontalo perché interesserà e servirà a qualcuno.

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Il portfolio è fondamentale e oggi, per promuovere il proprio lavoro, i canali social sono più rilevanti di un sito web.

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Sicuramente una presentazione fatta bene e spiegata di persona è un ottimo strumento per presentarsi.

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Il portfolio è molto importante perché ormai le persone non hanno tempo: quando arriva un'e-mail, si investono 30 secondi per capirne il contenuto. Un buon portfolio dev'essere sintetico e significativo del lavoro che svolgi e delle competenze che hai. Non deve avere trenta pagine ma contenere una selezione breve ed efficace dei tuoi lavori.

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