23 risposte
All'inizio mi è capitato di lavorare gratis. Era un modo per fare portfolio e creare le prime relazioni di lavoro. Si può accettare di fare dei progetti gratuitamente, con furbizia, per capire se si generano nuove occasioni di lavoro o, nelle migliori delle ipotesi, per portare a casa un nuovo progetto da mostrare.
Mai lavorare gratis. Questo è un punto dolente per il mondo freelance. Molti, soprattutto all'inizio, scambiano le proprie prestazioni per aumentare il portfolio, ma così si sbaglia. Perché le voci girano e gli altri clienti ti chiameranno per lo stesso trattamento. Suggerisco sempre di farsi pagare per il proprio valore e non cadere in compromessi, altrimenti si rovinerà il mercato e la tua stessa reputazione.
Adesso noi, come studio, abbiamo un progetto personale all'anno, che ci permette di sperimentare, fare cose che ci piacciono, e quindi di investire del nostro denaro in quello. Lavori gratis non ne ho mai fatti, se non pro bono. Per qualcosa che ne vale la pena, che sia socialmente utile, allora lì sì. Conveniente piuttosto farsi pagare poco anziché non farsi pagare, perché dà comunque un limite a quello che puoi andare a fare, altrimenti è un casino. Riguardo alla questione della visibilità, quando te lo dicono, io direi già di no. Poi sei tu che devi valutarlo. Ma se te lo dicono già così a priori, dovresti dire di no per principio.
Non si dovrebbe mai lavorare gratis, a parte nei casi dove non c'è scopo di lucro: beneficenza, no-profit o iniziative di interesse sociale. Altrimenti non è giusto, non è una questione venale è proprio una questione di logica... Perché poi dopo è difficile tornare indietro.
Lavorare gratis, direi mai. Perché se si tratta di lavoro, va pagato e dev'essere riconosciuto come tale. Se consideri quello che stai facendo un lavoro, dev'essere pagato. Oppure è qualcosa che consideriamo un puro favore a qualcuno, per cui lo vogliamo considerare come tale e va bene così. A me è capitato di lavorare gratuitamente però erano veramente "amici-amici-amici" e avevo deciso che non volevo percepire nulla da quel lavoro. Però, anche a un amico o un conoscente, consiglio di far sempre percepire il valore del vostro lavoro. Comunque un preventivo fallo lo stesso, mostra il valore delle tue giornate e poi puoi applicare lo sconto che vuoi o puoi anche tirare una riga e dire: "Ecco, per te è zero!". Perché se non lo fai, se è una situazione un po' ibrida per cui non è l'amico del cuore ma magari un conoscente, o l'amico dell'amico eccetera, il rischio è che poi magari vadano a dire: "Vai da quella persona perché mi ha fatto un sito", che ne so, "a 200 euro". Può tornare indietro come un boomerang. Quindi è importante far sempre percepire il valore del nostro lavoro.
Si possono accettare lavori poco retribuiti se presentano magari altri tipi di vantaggi. Nel corso del tempo mi sono fatto questa idea, un progetto deve avere almeno una di queste tre caratteristiche. 1) Soldi – quindi paga, bene. 2) Portfoliabile – dà la possibilità di mettere in portfolio un progetto che apre una prospettiva di business futuro, quindi di fatto è un investimento. 3) Contatti – mi mette in contatto con persone che potranno aprire nuovi canali di business. Quando si lavora come freelance, fare i fighetti e dire: "Io non lavoro mai gratis", è un po' rischioso, perché un conto è lavorare gratis, un conto è fare un investimento. Ok, non dovete lavorare gratis nel caso in cui ti dicono (classico discorso): "Senti fammi questo lavoro, è gratis però ti pago in visibilità". Però ci sono casi in cui si può dire: "Quel lavoro mi interessa perché, se non vengo pagato, in realtà ho più libertà e posso farlo come mi pare perché non mi stai pagando". Tante cose le ho fatte così, pagato anche poco, perché mi interessava quel tipo di progetto o studiare un certo tipo di cosa, per mettere in portfolio un'esperienza che mi ha aperto altre strade. Bisogna differenziare il lavorare gratis dal fare un investimento.
Mai lavorare gratis. Il lavoro va sempre pagato.
Io oggi lavoro gratis uno, due giorni alla settimana, perché credo che sia un investimento per il mio futuro. In un progetto c'è sempre un momento in cui dici: "Ok, quanto mi importa di quello che sto facendo?". Se te ne importa 10, puoi aggiungere una giornata di lavoro gratis, se te ne importa 1000 puoi lavorare magari anche un anno gratis, perché sai che nei prossimi cinque anni ritornerà in qualche modo – gloria o ritorno economico. Sottolineo anche solo "gloria", perché effettivamente io faccio un sacco di cose gratis – didattica, corsi, speech, una grafica per un amico, un progetto personale. Tutte queste cose rientrano in un macro-disegno di crescita professionale che deve avere una direzione. Forse questa è una consapevolezza che ti viene dopo, prima lo fai semplicemente per l'entusiasmo di farlo e poi inizi a capire che quell'entusiasmo era perché volevi andare in una determinata direzione.
Non lavorare gratis per altri, lavora gratis per te stesso. Se il fatto di farlo per te stesso coincide con il fatto di farlo per qualcun altro: that's fine! Però non farlo più nel momento in cui esci dall'università. Se hai un momento di magra a livello di business o sei un freelance che ha appena iniziato e ha un mese libero, fai piuttosto un progetto personale che rispecchi quello che vorresti offrire ai clienti in futuro e mettilo in portfolio.
Non bisogna mai lavorare gratis. In passato sento di aver contribuito a rovinare il mercato in questo senso e, tornassi indietro, in alcuni casi farei scelte diverse. Sono esperienze.
La risposta draconiana è no, non dovresti lavorare gratis. Però non fraintendere. Non vuol dire che tu debba sempre lavorare per denaro in cambio. Nel senso che possono esserci altre merci di scambio. Non dico lavorare per la visibilità, ma lavorare perché poi puoi vantare un tale cliente, perché guadagni una certa expertise, sperimenti una cosa, ecc. In questo senso, se per te va bene, si può fare. Lavorare gratis no, perché se no non vale niente quello che stai facendo. Dev'essere chiaro cosa ti stai portando a casa in cambio, sia per te che per l'altro. Per esempio, anche se è più che altro una tecnica psicologica, piuttosto che dire: "Sì te lo faccio gratis", meglio dire, "Sì, questa cosa costerebbe così, però in questo caso siccome mi interessa questo e questo te lo faccio senza farti spendere soldi". Deve avere un valore chiaro per le persone, perché se no non vale niente. Mi è capitato di farlo gratis, mi capiterà di nuovo, perché mi permetterà di sperimentare qualcosa che altrimenti non potrei fare. Se ti sta bene il compromesso ci sta, se diventa la norma non è più un compromesso.
Lavorare gratis, dipende: valuta obiettivamente cosa te ne viene in cambio. Anzi, fallo valutare da qualcun altro, una persona obiettiva.
A volte succede di lavorare gratis ma è meglio essere abbastanza bravi da smettere il prima possibile. Il compenso spesso può non essere in forma di soldi, ma bisogna avercelo ben chiaro in testa fin dall'inizio del progetto.
Tutti all'inizio dobbiamo fare la "gavetta", fare lavori per farci conoscere e per dimostrare al cliente quanto valiamo. Arriva un momento però in cui bisogna far capire chiaramente, senza tanti giri di parole, che quella condizione era privilegiata e che adesso va pagato il prezzo pieno. Ancora oggi mi capita di lavorare gratis in alcune situazioni. Quando, per esempio, ho valutato che ci sia un ritorno futuro in quell'investimento. Si tratta di assumersi un rischio di impresa, nel tentativo di ottenere contatti, nuovi clienti/progetti o referenze.
Secondo me un giovane creativo non dovrebbe lavorare gratis. All'inizio può avere senso se è uno scambio merce, ad esempio io ti faccio il sito in cambio di una grafica per l'evento che ho organizzato. O si può fare uno stage non retribuito, però che duri poco, dai tre ai sei mesi. All'inizio puoi farti pagare un po' meno perché hai poca esperienza e quindi puoi tenere i prezzi un po' più bassi.
Lavorare gratis meglio di no. Ma non si sa mai. Per iniziare, devi pure far esperienza in qualche modo.
Non bisognerebbe lavorare gratis ma non condanno chi lo fa, condanno chi lo propone. Perché chi decide di farlo può essere spinto da tante motivazioni, per esempio va anche bene che un ragazzo di vent'anni voglia cogliere l'occasione di fare quella determinata esperienza... Però una retribuzione, anche simbolica, è sempre giusto darla.
Fino a un certo punto, tutto il lavoro che riesci a fare, tutte le persone con cui riesci a entrare in contatto, a discutere e confrontarti, è tutto vantaggio. Poi all'inizio non bisogna neanche avere il feticcio del preventivo, di diventare troppo professionali da troppo giovani. Perché tanto per quelle cose lì c'è tempo, soprattutto finché magari non devi guadagnarti da vivere, finché hai modo di vivere dai tuoi, o di lavorare in mezzo a due corsi universitari. Piuttosto insisti sulla libertà di condurre il progetto come meglio preferisci.
Non si dovrebbe mai lavorare gratis, ma raramente a noi è capitato per cose che ci interessavano molto.
No. Non è corretto lavorare gratis, così come non si dovrebbe lavorare scaricandosi le licenze dei programmi. All'inizio magari non ci si rende conto di questa cosa, ma a mio avviso è concorrenza sleale, è giocare sporco. Non bisogna lavorare gratis e non bisogna trovare sotterfugi perché non è lungimirante per se stessi né per la propria professione. Diverso è decidere di fare un progetto pro bono per una determinata associazione... ma questo è un altro discorso che non rientra nel "lavorare gratis".
Ancora oggi che ho un "listino prezzi" mi capita di accettare di lavorare gratis, penso che sia un modo di dare. Per amicizia o pro bono o perché pensi che valga la pena per un futuro. Quando sei giovane penso che non devi vergognarti di fare qualcosa gratis. Alle primissime esperienze darsi subito un prezzo può non essere giusto, perché devo inizialmente capire e verificare il mio valore, confrontandolo con quello di altri. Quanto è valido il mio lavoro, quanto sono bravo? Questa prima autovalutazione è una fase e penso che possa essere anche gratuita.
No, lavorare gratis mai: anche solo per una birra o una cena, ma non ho mai regalato il mio lavoro. Vuol dire sminuirlo e svilirlo.
Non sono contrario a prescindere. Mi capita ancora adesso dopo 20 anni di lavorare gratis per cause nelle quali credo e che magari hanno pochi soldi. Quando sei all'inizio, non sono uno di quelli che pensa che se accetti di lavorare gratis stai sbagliando tutto. Penso che ogni volta ci siano delle sfumature. Chiaro che se arriva la multinazionale e ti chiede di lavorare gratis... in quel caso no. Ma se magari ti pagano poco perché è un cliente piccolo e tu hai l'opportunità di fare esperienza e sperimentare come funziona, allora può essere più importante questo: avere spazio per mettersi alla prova.